L'impianto RFID emesso dal governo seguirà e controllerà i tuoi movimenti

Il microchip è sempre stato uno strumento potente. Sia che ci permetta di usare un computer o un burrito nel microonde, il microchip fa tutto. Non sorprende che il microchip stia suscitando molto scalpore, anche se di recente, non in senso positivo. Il posto di lavoro potrebbe diventare molto più invasivo se la tendenza dei dipendenti con microchip prendesse piede.

Questo, ovviamente, ha causato un dibattito diffuso in tutto il Nord America. Il chip ha la lunghezza e la larghezza di un chicco di riso e per la maggior parte delle persone impiantarlo nel palmo della mano sembra essere un gioco da ragazzi. Promette un facile accesso a computer, controlli di sicurezza e praticamente qualsiasi altra cosa che richieda una chiave magnetica o un passcode.

Nel 2004, il governo messicano ha richiesto ai suoi procuratori generali di farsi impiantare dei chip. Niente chip, niente lavoro. Ciò è stato fatto nel tentativo di regolamentare il loro accesso a documenti segreti e materiali protetti. I chip hanno anche (forse inavvertitamente) permesso alla polizia di tenere d'occhio i dipendenti governativi sospettati di attività corrotte o, in alcuni casi, di confermare dove e cosa stava facendo una persona per verificare un alibi.

Più recentemente, c'è stato un successo su larga scala per le aziende con sede in Svezia che hanno impiantato chip nei dipendenti su base volontaria. Non sono state segnalate complicazioni dovute alla procedura, né si è verificato un gioco scorretto o una cattiva gestione della tecnologia. Allora perché c'è anche un dibattito sul suo utilizzo in Nord America?

Alan Carte, un programmatore di software, potrebbe essere in grado di rispondere a questa domanda.

Carte inizialmente amava l'idea di essere impiantato con un chip RFID.

“Ho pensato che sarebbe stato fantastico... non avrei dovuto preoccuparmi di dimenticare le password, perdere la mia carta d'identità. Ero entusiasta”, dice Carte. Tutto è cambiato quando è diventato consapevole del potenziale di monitoraggio.

Carte lavorava come debugger di codice presso il David Bradley Research Institute quando si è imbattuto in alcune informazioni sorprendenti. Ha scoperto che il chip RFID che aveva nella sua tessera magnetica, proprio quello che pensava di impiantare in se stesso, non solo permetteva ai suoi datori di lavoro di rintracciarlo al lavoro, ma misurava anche il numero di volte in cui entrava in ogni stanza.

"Hanno registrato quante volte sono andato in bagno", ha esclamato.

Ora è preoccupato per il diritto alla privacy suo e dei suoi colleghi. Teme che cadremo vittime di una politica orwelliana e che i chip impiantati nelle persone siano il primo passo verso la totale perdita della privacy.

"Al lavoro la mia soluzione era semplicemente lasciare la mia chiave magnetica sulla scrivania quando andavo in sala relax o in bagno, ma non posso farlo se sono costretto a farmi impiantare un chip."

Le sue preoccupazioni stanno diventando realtà e sono state espresse da altri, come i dipendenti dell'azienda di sicurezza citywatchers.com.Stanno spingendo per microchippare i propri dipendenti, che ora si fanno avanti per paura di una sorveglianza costante ma allo stesso tempo cercano di non perdere il posto di lavoro.

"Posso immedesimarmi in loro", dice Carte.

Sa che in un mondo tecnologico in continua crescita, sempre più aziende taggheranno i propri dipendenti. Carte spiega anche che capisce perché le aziende vorrebbero tenere d'occhio ciò che fanno i loro lavoratori.

"So che vogliono solo rendere tutto più efficiente e facile", continua, "ma fino a quando non potranno garantire che i loro dati su di me non verranno divulgati o utilizzati per altri scopi, passerò sul microchip.”