Il cibo coltivato su Marte è sicuro da mangiare

Nel 2026, la compagnia olandese Mars One prevede di inviare una selezione di candidati in un viaggio di sola andata su Marte. La missione: stabilire una colonia umana permanente.

Affinché ciò accada, tuttavia, dovranno stabilire una fonte di cibo permanente. Ecco perché hanno sostenuto l'ecologo senior Wieger Wamelink e il suo team di Alterra Wageningen UR per indagare su quali colture crescerebbero con successo nel suolo del pianeta e, successivamente, se sarebbero sicure da mangiare.

Il 23 giugno 2016, gli scienziati olandesi hanno pubblicato i risultati che suggeriscono che 4 delle 10 colture che hanno coltivato nel suolo artificiale di Marte prodotto dalla NASA non contengono livelli pericolosi di metalli pesanti. Le colture finora dimostrate di successo sono ravanelli, piselli, segale e pomodori. Ulteriori test sono in corso sulle restanti piante, tra cui patate, porri, spinaci, rucola e crescione, quinoa ed erba cipollina.

Altri fattori di successo del raccolto

Il successo di questi esperimenti, tuttavia, dipende più dal fatto che i metalli pesanti nel terreno rendano o meno tossiche le piante. Gli esperimenti partono dal presupposto che sia presente un'atmosfera, nelle cupole o nelle stanze sotterranee, per proteggere le piante dall'ambiente ostile di Marte.

Non solo, ma si presume anche che ci sarà acqua, spedita dalla Terra o estratta su Marte. I tempi di spedizione possono essere ridotti a 39 giorni con i razzi al plasma (vedi precedente articolo), ma non rende meno pericolosa la costruzione di una colonia su Marte.

Tuttavia, se le piante crescessero, creerebbero una sorta di ecosistema, assorbendo anidride carbonica ed espellendo ossigeno in speciali edifici colonizzati. Con la NASA che prevede anche di lanciare la propria spedizione intorno al 2030 (vedi precedente articolo), una colonia umana su Marte potrebbe diventare realtà.