Un nuovo sviluppo della terapia anticorpale potrebbe cambiare il modo in cui trattiamo l'HIV?
Un nuovo sviluppo della terapia anticorpale potrebbe cambiare il modo in cui trattiamo l'HIV?
Secondo l'OMS, ci sono circa 36.7 milioni di persone che vivono con l'HIV in tutto il mondo. Questo virus è responsabile di 1.1 milioni di morti all'anno, ma nonostante miliardi di dollari e decenni di ricerca, non esiste ancora una cura o un vaccino.
Recentemente, i ricercatori della Rockefeller University e del National Institute of Health hanno condotto uno studio su un virus simile, SHIV (Simian-Human Immunodeficiency Virus), trovato nelle scimmie, e hanno dimostrato che una combinazione di anticorpi somministrati subito dopo l'infezione potrebbe aiutare l'ospite a controllare il virus. Tuttavia, per capire cosa significhi questa svolta per il futuro dell'HIV nelle persone, dobbiamo guardare a come opera il virus.
Il virus
L'HIV è un virus complicato. Insegue le cellule del tuo sistema immunitario - macrofagi, cellule dendritiche e cellule T - e fa l'autostop su una proteina chiamata CD4. Ciò consente all'HIV essenzialmente di "hackerare" le difese immunitarie naturali del tuo corpo e manipolare la sua risposta durante un'infezione. Questo processo provoca la morte delle cellule immunitarie. Il virus può anche uccidere le cellule non colpite nel sistema immunitario. A peggiorare le cose, secondo il CID, l'HIV può mutare più volte nei primi dieci giorni di infezione rispetto a tutti i ceppi noti di influenza collettivamente.
Attualmente, il modo in cui trattiamo l'HIV negli esseri umani è attraverso l'ART o la terapia antiretrovirale. Questo trattamento agisce bloccando la replicazione dell'HIV, che oltre a mantenere in vita più cellule immunitarie aiuta anche a prevenire la diffusione del virus. Tuttavia, questa forma di trattamento può lasciare l'HIV in agguato nel corpo ed è pronto a balzare non appena il trattamento viene interrotto.
Studio di ricerca e risultati
I ricercatori hanno preso tredici scimmie e le hanno iniettate con SHIV; tre giorni dopo sono state somministrate loro soluzioni endovenose di due anticorpi ampiamente neutralizzanti. Il trattamento iniziale era promettente e la carica virale si è abbassata a livelli quasi impercettibili ed è rimasta a quel punto per 56-177 giorni. Il punto cruciale dell'esperimento è ciò che è stato osservato una volta interrotto il trattamento e le scimmie non portavano più gli anticorpi. Inizialmente, il virus è rimbalzato in dodici degli animali, ma 5-22 mesi dopo sei delle scimmie hanno ripreso spontaneamente il controllo del virus, i loro livelli sono scesi a un numero non rilevabile e sono rimasti lì per altri 5-13 mesi. Altre quattro scimmie non hanno ripreso il controllo totale ma hanno mostrato livelli bassi del virus e livelli sani di cellule chiave del sistema immunitario. Complessivamente, 10 dei 13 soggetti del test hanno beneficiato del trattamento.